Andrea Costa

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(Imola 30 novembre 1851-19 gennaio 1910) Laureato in lettere al’Università di Bologna, ebbe come compagno di studi Giovanni Pascoli. Nell’agosto 1881 fondò il Partito Socialista Rivoluzionario Italiano inizialmente chiamato Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna aperto a tutto il pensiero socialista. In quello stesso anno fondò il settimanale “Avanti!”. Nel 1893 decise l’ingresso del suo partito nel PSI (allora Partito dei Lavoratori Italiani).E’ stato il primo deputato socialista in Parlamento. Nel marzo 1890 fu condannato per aver partecipato a Roma alle agitazioni degli operai edili. Dal 1908 al 1910 fu vicepresidente della Camera dei Deputati.

 
 
 
 
Anna Kuliscioff

anna_k(Simferopol’, 9 gennaio 1855– Milano, 29 dicembre 1925) medico e rivoluzionaria russa, tra i principali esponenti e fondatori del Partito Socialista Italiano. Nel 1888 si specializzò in ginecologia, prima a Torino, poi a Padova. Con la sua tesi scoprì l’origine batterica delle febbri puerperali, salvando così la vita di molte donne. La sua casa milanese divenne la redazione di Critica Sociale, la rivista del socialismo italiano, che lei diresse dal 1891 insieme a Filippo Turati Nel 1898 venne arrestata con l’accusa di reati di opinione e di sovversione. Dopo qualche mese venne scarcerata per indulto. Partecipò alla stesura di una legge a tutela del lavoro minorile e femminile che, presentata al Parlamento dal Partito Socialista, venne approvata nel 1902 come legge Carcano. Lottò a lungo per l’estensione del voto alle donne. Morì a Milano nel 1925. Durante il funerale alcuni fascisti si scagliarono contro le carrozze del corteo funebre.

 

 

 

 

Filippo Turati

filippo_turati(Canzo, 26 novembre 1857 – Parigi, 29 marzo 1932) è stato tra i fondatori, nel 1892, del Partito Socialista Italiano. E’ considerato la principale figura del Partito Socialista Italiano, dalle origini e fino alla sua morte. Partecipò attivamente alle lotte operaie negli anni 1890-1898 e per questo venne incarcerato. Dal 1891 al 1926 diresse la rivista Critica sociale. A seguito del delitto Matteotti partecipò alla secessione dell’Aventino e nel 1926, a causa delle persecuzioni del regime fascista, fu costretto a fuggire prima in Corsica e poi in Francia con l’aiuto di Ferruccio Parri, Sandro Pertini e Carlo Rosselli. Qui svolse un’intensa attività antifascista, collaborando tra l’altro al quindicinale Rinascita socialista. Nel 1930 collaborò con Pietro Nenni per la riunificazione del PSI.

 
 
 
Giacomo Matteotti

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(Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924) Si laureò in giurisprudenza all’Università di Bologna nel 1907 ed entrò in contatto con i movimenti socialisti, dei quali divenne ben presto una figura di spicco, che gli costò l’internamento in Sicilia. Fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1919. Nel 1921 pubblicò una famosa “Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia”, in cui si denunciavano, per la prima volta, le violenze degli squadristi fascisti durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921. Il 30 maggio 1924 Matteotti prese la parola alla Camera per contestare i risultati delle elezioni tenutesi il precedente 6 aprile e Il 10 giugno 1924 fu rapito sul lungotevere dove risiedeva, a Roma. Il suo corpo fu ritrovato il 16 agosto nel comune di Riano a 25 km da Roma.

 

 

 

 

 Pietro Nenni

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(Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma, 1º gennaio 1980) Di origini, repubblicane, nel 1923 divenne direttore dell’Avanti, ed in questa veste confermò il carattere antifascista del quotidiano. Nel 1925 fondò il quotidiano Quarto Stato. Partecipò da partigiano alla guerra civile in Spagna, dove venne nominato commissario politico nelle Brigate Internazionali combattendo al fianco di democratici provenienti da tutto il mondo. Durante la seconda guerra mondiale aderì alla Resistenza e fu uno dei membri più influenti delle Brigate Garibaldi. Nell’estate del 1943, all’indomani della caduta del Duce, venne arrestato e confinato a Ponza da dove potè trasferirsi a Roma, ed insieme a Sandro Pertini, Giuseppe Saragat e Lelio Basso, riuscì ad unificare tutti i socialisti italiani in un unico movimento: il Partito Socialista di Unità Proletaria. Dopo i fatti d’Ungheria del 1956 preferì allontanarsi dai comunisti ed all’interno del partito guidò la corrente dei “socialisti autonomisti”. Più volte Ministro e Vice Presidente del Governo Moro quando morì, il giorno di capodanno del 1980, era Presidente del PSI guidato da Bettino Craxi, che era considerato il suo delfino.

 
 
 
Sandro Pertini

(Stella San Giovanni, 25 settembre 18sandro_pertini96 – Roma, 24 febbraio 1990) Settimo Presidente della Repubblica Italiana dal 1978 al 1985. Dopo la Prima Guerra mondiale aderì al Partito Socialista Italiano e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo. Nel 1943, alla caduta del regime fascista, fu liberato e partecipò alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall’occupazione tedesca. Contribuì a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Nello stesso anno fu catturato dalle SS e condannato a morte, ma riuscì a salvarsi grazie ad un intervento dei partigiani dei GAP. Nell’Italia repubblicana fu eletto deputato all’Assemblea Costituente, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976; ricoprì per due volte consecutive, dal 5 giugno 1968 al 25 maggio 1976. Ricoprì la carica di Presidente della Camera dei deputati, per essere infine eletto Presidente della Repubblica Italiana l’8 luglio 1978.

 
 
Riccardo Lombardi 

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(Regalbuto, 16 agosto 1901 – Roma, 18 settembre 1984) Di origini cattoliche, aderì al movimento Giustizia e Libertà e, nel 1942, fu tra i fondatori del Partito d’Azione contribuendo nel gennaio del 1943 a fondare l’organo di stampa L’Italia Libera. Partecipò al governo De Gasperi I (dicembre 1945 – giugno 1946) quale Ministro dei Trasporti, avviando la rapida ricostruzione della rete ferroviaria. In seguito preferì operare fuori dalle cariche di governo o del Parlamento, anche quando il suo partito faceva parte della maggioranza governativa. Negli anni ’60 fu animatore di iniziative contrarie alla Guerra del Vietnam. Fra le riforme da lui sostenute quella per la nazionalizzazione dell’energia elettrica. Nel luglio del 1964 la corrente “lombardiana” da lui guidata decise di non partecipare al secondo governo Moro, denunciando l’involuzione conservatrice della politica del centro sinistra,. Nel congresso del Midas del 1976 l’apporto di questa corrente fu determinante per l’elezione a segretario di Bettino Craxi. Diresse l’organo ufficiale Avanti! nel 1949-1950 e di nuovo nel 1963-1964.

 
 
 
Bettino Craxi
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(Milano, 24 febbraio 1934 – Hammamet, 19 gennaio 2000) Fu il primo socialista a ricoprire, nella storia repubblicana, la carica di Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987, in due governi consecutivi. Attivamente presente nel PSI di Milano nel 1965 era diventato membro della Direzione nazionale del PSI, e nel 1970 vicesegretario nazionale. All’interno del partito fu un convinto sostenitore di Pietro Nenni e del centro-sinistra “organico” che in quegli anni governava l’Italia. Da responsabile esteri del PSI appoggiò la politica europeistica del socialismo riformatore e si adoperò per sostenere, anche economicamente, i partiti socialisti messi al bando dalle dittature dei rispettivi Paesi, tra cui il Partito Socialista Operaio Spagnolo, il Partito Socialista Cileno di Salvador Allende, quello portoghese ed il Partito Socialista Greco. Il 16 luglio 1976 il Comitato centrale del Midas lo elesse nuovo Segretario, incarico che tenne per i successivi diciassette anni lasciandolo all’inizio del 1993. Da Presidente del Consiglio (1983 – 87) realizzò importanti riforme proiettando l’Italia verso il futuro