Nel 1958 De Martino assume la responsabilità piena della direzione del mensile, affiancato da Raniero Panzieri come condirettore. Sono gli anni in cui, in seno al Psi, si sviluppano in parallelo un revisionismo “di destra” e un revisionismo “di sinistra”, accomunati nella condanna dello stalinismo e nella critica al Pci, ma contrapposti riguardo alle prospettive del movimento operaio in Italia (si veda in proposito Il revisionismo socialista, a cura di G. Mughini, Quaderni di Mondoperaio, 1975).
La prima tendenza è alimentata fra gli altri da Antonio Giolitti, Riccardo Lombardi, Gaetano Arfè, Roberto Guiducci; la seconda, oltre che da Panzieri, è alimentata da Vittorio Foa, Lucio Libertini, Alberto Asor Rosa: e dopo l’uscita di Panzieri dal Psi (1959) confluirà in gran parte nell’esperienza di Quaderni rossi, la rivista fondata dallo stesso Panzieri che influenzerà in termini significativi i movimenti extraparlamentari degli anni ’60.
Intanto ad affiancare De Martino come direttore sono Gaetano Arfè ed Antonio Giolitti, e la rivista ospita prima le riflessioni dei socialisti sul programma del centro-sinistra, poi la discussione sull’unificazione del Psi col Psdi, con gli interventi, fra gli altri, di Giuseppe Faravelli, Ugoberto Alfassio Grimaldi, Antonio Giolitti, Alessandro Pizzorno, Manlio Rossi Doria, Aldo Garosci, Franco Momigliano, Leo Valiani, Guido Calogero, Italo Calvino, Tristano Codignola, Giorgio Bocca, Renzo De Felice, Franco Momigliano, Giorgio Spini, Sandro Petriccione, Giorgio Manganelli, Angelo Guglielmi, Paolo Leon.